Critici - SERGE BELLONI

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FRANCIS CARCO: “UN GRANDE ARTISTA”Se ho, ad onor mio, contribuito ormai più di trent'anni fa al successo di Modigliani, non credo di sbagliarmi pro­mettendo a Serge Belloni la splendida riuscita che gli spet­ta di diritto. Tutto mi piace in Belloni, la sua sensibilità di poeta, il suo acuto senso del colore (i suoi grigi, i suoi blu sono inimitabili) e, perche nasconderlo, il suo amore appassionato per Parigi che gli ha fatto dipingere le tele migliori. Credo anche che sia difficile essere, più di lui, innamora­ti della propria arte, e più esigenti. Quanti pittori di si­mile qualita sarebbero oggi capaci di dedicare fino a qua­ranta sedute al medesimo soggetto? Gli scorci vaporosi su Parigi, presi da rue Muller, a Montmartre, da rue Piat, a Belleville, le Inondations au Pont Neuf, certe tele di Venezia sono mirabili esecuzioni. E, co­sa curiosa, in un tempo che ha lo snobismo della brut­tezza e della disperazione, questa pittura sprizza gioia e speranza. Scrivendo queste righe penso a composizioni co­me La voiture de la marchande de fleurs o al commovente Ritratto di Paul Fort. Quando scoprii Belloni mi domandai se sarebbe diventa­to un grande artista. Mi sembra oggi che la domanda non si ponga più.

PAUL FORT: “E’ NATO UN GRANDE PITTORE DI PARIGI”La prima evocazione grafica di Parigi è una miniatura ese­guita da un monaco per il libro d'ore del duca di Berry, che ci mostra il Louvre e i suoi dintorni. L' aspetto di Parigi dal XV secolo e completamente cambiato, ma Parigi ha conservato tutta la magia che le ha meritato di essere rappresentata da numerasi pittori e paesaggisti. Degas, Daumier, Cezanne, Raguenet, Gauguin, per la prima e la seconda meta del XIX secolo, ai quali aggiungeremo, scon­finando ormai nel XX secolo, Senave, Corot, Renoir, Lépine, Daubigny, Seurat, Signac, Bernard, Vuillard, Derain, Severini, Marquet e infine Utrillo. Utrillo e Marquet si sono impegnati particolarmente a ri­produrre i fantasmi di Parigi, l'uno nelle visioni di Montmartre e l'altra con commoventi vedute della Senna. Perciò sono comunemente considerati pittori del paesag­gio parigino. Oggi tra questi nomi di grandi incantatori che hanno di­pinto o dipingono Parigi, oso aggiungere quello di Serge Belloni. Lo aggiungo a questa celebre dinastia e avverto gli innamorati della nostra città: Belloni sarà per Parigi ciò che fu Bonnington, il più parigino dei pittori non pari­gini di nascita. Le tele di Belloni sono lavorate e meditate a lungo, ma ciò non toglie nulla alla loro freschezza. La materia, assai ricercata, attesta il suo impegno e la sua sensibilità. Esse evocano tutta la poesia di un lungosenna o di una com­posizione esclusivamente parigina come questa fioraia, ma­linconica ragazza col viso segnato dalla malattia e dal pe­so di chissà quale dolore segreto, o ancora la sartoria al lavoro con il fascino leggero delle sue sartine. E poi, le cor­se di Longchamp dove Belloni vince il gran premio della composizione. Dimenticavo i cieli stellati su Parigi. O tet­ti innamorati della via Lattea! Tutte queste vibrazioni cosmiche – o solo atmosferiche ­trasmesse dal pittore alla tela permettono all'amatore di poter vibrare in armonia con l'opera. Svela i tuoi segreti alle ombre, cara Montmartre, rivelate i vostri pettegolez­zi, galoppini di Pantin; le tue foglie cantino con gli uc­celli e i getti d'acqua, Luxembourg; innalzati sempre più su verso il cielo, Torre Eiffel; vibrate, torri e campane di Notre Dame; parigini, parlatevi e ditevi l'un l'altra: un ve­ro, un grande pittore di Parigi è nato!


ROLAND DORGELES: “UN GRANDE PITTORE DEL NOSTRO TEMPO”
Non conoscete Serge Belloni? Beh, e un peccato per voi. E’ uno degli artisti più puri che abbia incontrato. Un pit­tore della grande tradizione che ha il respiro dei maestri e anche la loro tecnica. In un tempo di disordine in cui l'ultimo degli imbrattatele proclama di non dover nulla a nessuno e di trarre tutto da se stesso, egli non teme di affermare il suo rispetto per gli antichi e la sua volontà di continuare il loro impegno. Eppure, non si ispira a nes­suno, non imita nessuno. Dei suoi predecessori ha mante­nuto solo una tecnica prodigiosa. Egli conosce a fondo il mestiere di pittore: ciò gli permette di svincolarsi dalle regole e di realizzare un'opera totalmente originale (...).
Belloni non è solo un paesaggista. Dipinge nature morte, ritratti, e anche qui la sua personalità si afferma: una per­sonalità che non rinnega la tradizione. I suoi fiori su fondo oro mi hanno abbagliato quando li ho visti per la prima volta in una galleria vicina all'Arco di Trionfo. I muri ne risplendevano, come se 1'artista avesse catturato il sole. Pen­savo al lavoro ostinato che essi rappresentavano, ai giorni, alle settimane che il pittore aveva passato davanti alla tela, arricchendola ogni mattina di un nuovo splendore. Ciò che il tempo non fa, si dice, il tempo disfa. Questi quadri non devono temere l'insidia del tempo. Invecchiati nei musei, resteranno eternamente giovani. II futuro è co­me il passato: appartiene solo alle opere che restano (...)

Dei suoi bellissimi FIORI SU FONDO ORO scrive PIERRE MAZARS:
Oggi il pittore espone alla galleria Jean de Ruaz tele del tutto differenti. La sua mostra si chiama "Fiori su sfondo oro"(...)
Le tele sono posate le une accanto alle altre come vasi carichi di fiori sui ripiani di un giardino d'inverno. Ogni mazzo ha un suo clima psicologico: ce ne sono di trionfanti e di malinconici.Gli uni sono del mattino, gli altri sono carichi di tutto il sole che ha posato su di loro. La disposizione dei fiori è stata per Serge un'arte sottile come per un giapponese. "Si" mi spiega "ho pensato a lungo alla sistemazione di ogni mazzo, alla sua costruzione in altezza o in larghezza, e anche ad equilibrare un azzurro con un giallo pallido ... quando dipingo un paesaggio bisogna che ci siano dei fiori"
(...) Prendiamo a caso alcuni di questi "fiori su oro". Rappresentano regioni differenti perchè i mazzi vengono dalla montagna o dalla pianura, epoche dell'anno ugualmente variate perchè Serge Belloni ha scelto i suoi modelli in mesi differenti. Questo fa pensare alle "Feste delle Stagioni" dei secoli classici.
       

 

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